In una sala allestita nella primavera del 2011 trovano spazio preziosi, orologi ed altri oggetti personali spoliati da parte delle forze di occupazione tedesche e jugoslave, tra il 1943 e il 1945, a danno di civili triestini e dei territori limitrofi arrestati e reclusi senza giustificazione nelle carceri cittadine, prima di sparire, vittime della violenza politica e dell'odio etnico.